ISTITUTO ITALIANO
FERNANDO SANTI
SEDE REGIONALE EMILIA ROMAGNA
 
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L'editoriale di Luciani (IIFS) apre il primo numero del 2011 della rivista "Oltreoceano"
 
Ancora di riforma dei Comites e Cgie e di voto degli italiani all’estero si parla nell’editoriale del numero di marzo, il primo del 2011, del periodico d’informazione "Oltreoceano" a firma del presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi, Luciano Luciani.
Sull’argomento Luciani ritorna per ribadire che "in più occasioni e, più segnatamente nel corso dell’iter parlamentare, l’Istituto Italiano Fernando Santi ha sollecitato l’attenzione dei parlamentari sui contenuti della riforma dei Comites e del Cgie, quali il rafforzamento del ruolo e della presenza nel Cgie dei sindacati, dei patronati e delle associazioni nazionali degli italiani nel mondo, nonché l’esigenza di moralizzare e garantire riservatezza e segretezza nell’espressione del voto anche per l’elezione dei Comites, eliminando il voto per corrispondenza, fonte e occasione di forme di malcostume e di criminalità".
"L’Istituto", spiega Luciani, "ritiene prioritaria l’esigenza di valorizzare il ruolo dell’associazionismo in Italia e delle sue articolazioni all’estero, in coerenza con la proposta di legge n.904, presentata alla Camera dei Deputati dall’On.le Franco Narducci". Ma rileva che "il testo unificato, coordinato dal relatore Sen. Oreste Tofani, purtroppo marcia in senso opposto ai contenuti della proposta di legge n.904. Infatti quanto previsto dal testo unificato, che sopprime la presenza dal Cgie dei patronati, dei sindacati e delle associazioni, è assolutamente improponibile e intollerabile". Inoltre, aggiunge Luciani, "il testo prevede che ciascuna Regione italiana sia rappresentata nel Cgie da un proprio assessore, competente in materia di italiani all’estero".
"Il Cgie non deve diventare la "Torre di Babele" dei diversi assessori regionali, i quali rappresentano entità politiche e amministrative contrastanti e indirizzi legislativi divergenti tra loro", sostiene il presidente dell'IIFS, per il quale "si rende invece necessario legiferare al più presto per approvare una legge quadro nazionale che possa armonizzare e indirizzare le diverse legislazioni regionali".
"Con l’approvazione della legge di riforma le Regioni debbono trovare nel Cgie una sintesi politica della loro rappresentanza, attraverso la designazione da parte della Conferenza delle Regioni di tre o cinque componenti", continua l'editoriale. "Tale soluzione può consentire alle Regioni di esprimere una omogenea strategia e nel contempo la possibilità di recuperare nel Cgie almeno 15 componenti che possono essere riattribuiti a patronati, sindacati e associazioni, le quali, è bene ricordare, rappresentano la storia e il punto di riferimento certo, anche nell’attualità, delle comunità italiane all’estero".
Insomma, conclude Luciani, "l’Istituto continuerà a battersi per questi obiettivi prioritari per le comunità italiane nel mondo". (aise)