ISTITUTO ITALIANO
FERNANDO SANTI
SEDE REGIONALE EMILIA ROMAGNA
 
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Luciani (IIFS) sul voto all’estero : una battaglia democratica che dobbiamo fare tutti assieme per recuperare credibilità
 

“Questa è una battaglia democratica che dobbiamo fare tutti assieme per recuperare credibilità, centrodestra e centrosinistra.” Questo l’appello del Presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi, Luciano Luciani, che interviene oggi con una nota per la stampa nel dibattito che si è acceso sul voto degli italiani all’estero.
“È inutile fingere.”, sostiene Luciani, aggiungendo “sappiamo bene, anche dagli atti parlamentari, che si sono fatti brogli comunque e un po’ dovunque. E' già un imbroglio che una persona compili la scheda per un'altra persona, come avviene sovente con il voto per corrispondenza. Il diritto di voto è segreto e riservato.”
“Non parliamo delle distanze” continua il presidente dell’IIFS “perché solo una minima percentuale di votanti può essere penalizzata, perché deve fare 200-300 chilometri per esprimere il proprio voto. I seggi possono essere allestiti in diversi luoghi del territorio consolare, nei vice consolati, nelle agenzie consolari e nei luoghi presidiati dai pubblici ufficiali italiani.”
“La verità” secondo Luciani “è che sappiamo che molte persone che vivono all’estero non si recherebbero a votare, neanche se distano 200 metri dal seggio consolare. Questo è certo perché giustamente molte persone lontane dall'Italia, disinformate dei problemi politici italiani, non si sentono di votare.
Però non sottovalutiamo che, anche se il voto venisse espresso da un numero di molto inferiore ad un milione di elettori, le espressioni di voto sarebbero sacrosante perché ponderate e ben valutate, quindi serie e credibili, che darebbero comunque lustro agli italiani nel mondo.”
“Potrei rammentare” fa notare, poi, Luciani “quante volte sono rientrato da altri continenti in Italia pur di esprimere il mio voto. Centinaia di migliaia di residenti in Italia si spostano da paesi esteri o da altre regioni per andare nel loro seggio e votare nell'urna segreta del loro comune di appartenenza.
Ugualmente ci sono tanti italiani disinteressati, che pur a 200 metri dal seggio, non vanno a votare. Il voto, come ho detto in più circostanze, rappresenta, per chi crede a quei valori che hanno fatto avanzare nei secoli la civiltà e il vivere civile e democratico, la più alta espressione di una persona, perché sceglie, secondo il suo orientamento morale e politico, come meglio organizzare la società e le istituzioni.”
“Chi ha consapevolezza del valore etico e morale del voto”, conclude, infine, Luciani “è disposto a sobbarcarsi a qualsiasi sacrificio per esprimerlo.”.(aise)